Il rating di Legalità è una attestazione rilasciata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), dietro specifici controlli, che le imprese possono richiedere attraverso la compilazione di un apposito Formulario in forma di autocertificazione. Il livello di rating, inoltre, è entrato anche come informazione all’interno delle visure camerali, è gratuito e può essere richiesto dall’impresa facendo domanda apposita all’AGCM senza alcun costo.
L’attestazione prevede un livello di adesione variabile da una a tre stellette. La prima stelletta può essere ottenuta dall’impresa che rispetta la legalità, attraverso il possesso di una serie di requisiti normativi. La seconda e la terza stella si possono ottenere solamente qualora l’impresa abbia realizzato e attuato una serie di strumenti, progetti e azioni virtuose e responsabili, che vadano al di là degli obblighi di legge. Se l’impresa desidera ottenere livelli più elevati del solo rating di Legalità base (una stelletta), aumentandolo a due o tre stellette, deve dimostrare di avere attuato strumenti e iniziative che vanno al di là degli obblighi di legge. Le iniziative che l’azienda può scegliere sono:
• adesione a codici etici di associazioni di categoria: il tema del codice etico è un punto cardine su cui ruota la corretta governance e la responsabilità sociale d’impresa;
• clausole di mediazione per la risoluzione delle controversie tra impresa e clienti: un aspetto che va a rafforzare la posizione del cliente/consumatore nei confronti dell’impresa;
• gestione del rischio: l’impresa che adotta un Modello Organizzativo 231 monitora anche tutta una serie di aspetti ambientali e sociali, legati ad esempio al tema della prevenzione della corruzione e della sicurezza sul lavoro;
• iniziative di CSR: un elemento che può aumentare il rating di Legalità è connesso direttamente ai temi della CSR (l’impresa deve indicare quali iniziative ha realizzato in termini di Sostenibilità e Responsabilità Sociale) che a loro volta includono un ragionamento importante sugli aspetti ESG;
• anticorruzione: l’impresa che dimostra di avere attuato Modelli Anticorruzione (un aspetto che presenta connessioni molto forte con gli aspetti di governance e sociali, oltre ad essere parte del goal 16 dell’Agenda 2030 dell’ONU), può migliorare il proprio rating di Legalità.
Il rating ESG
Il rating di Legalità può essere considerato il rating ESG per eccellenza, in quanto è caratterizzato da una serie di elementi che riguardano gli aspetti ambientali, sociali e di governance. Il rating ESG è una valutazione o giudizio sintetico, a cura di un soggetto (pubblico o privato) che certifica le performance dell’azienda in base a una serie di parametri che riguardano la trasparenza e l’integrità della governance, il suo impatto sull’ambiente e, in generale, sui diversi stakeholder che compongono la società civile (comunità, consumatori, dipendenti e collaboratoti, fornitori ecc). L’acronimo ESG indica, infatti, i termini Environmental, Social e Governance e afferisce a quella sfera di corretti comportamenti in campo ambientale, sociale e nella gestione del business che l’impresa dovrebbe tenere nei confronti dei propri stakeholder.
È complementare al rating tradizionale, che tiene in considerazione le sole variabili economico-finanziarie: lo scopo è aumentare le informazioni disponibili e quindi migliorare le valutazioni e le scelte d’investimento conseguenti.
I rating ESG vengono elaborati da agenzie di rating specializzate nella raccolta e nell’analisi di dati sugli aspetti di sostenibilità dell’attività delle imprese.
I processi di elaborazione dei rating ESG si basano sull’analisi di diversi materiali tra cui: informazioni pubbliche, documenti aziendali, dati provenienti da fonti esterne quali autorità di vigilanza, associazioni di categoria, sindacati, sopralluoghi presso l’azienda, incontri con il management ecc.
Di seguito alcuni aspetti che vengono normalmente considerati nel processo di attribuzione del rating ESG:
• per la sfera ambientale: riduzione delle emissioni di CO2, efficienza energetica, efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali (es. acqua);
• per la sfera sociale: qualità dell’ambiente di lavoro, relazioni sindacali, controllo della catena di fornitura, rispetto dei diritti umani;
• per la sfera governance: presenza di consiglieri indipendenti, politiche di diversità (di genere, etnica ecc.) nella composizione dei CdA, remunerazione del top management collegata a obiettivi di sostenibilità.
Vantaggi del rating di Legalità
L’attestazione riconosce per legge una serie di importanti vantaggi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e gli Istituti di Credito e rappresenta uno strumento molto interessante per le imprese che da sempre fanno di un business sano, responsabile e sostenibile il proprio modus operandi quotidiano. Inoltre, l’attestazione del rating di Legalità può essere
pubblicizzata dall’impresa come meglio crede e quindi il rating di Legalità rappresenta un elemento di immagine e reputazione aziendale sul quale l’impresa può spingere il proprio
approccio virtuoso.
Il rating di Legalità permette alle aziende di avere numerosi vantaggi competitivi:
• più opportunità di business;
• maggiore trasparenza e visibilità sul mercato;
• migliore immagine sul territorio di appartenenza (anche grazie all’apposita sezione sul sito dell’AGCM con i nomi delle imprese titolari del rating).
Oltre ai vantaggi competitivi, esistono anche benefici di natura economica, visto che il rating è riconosciuto a norma di legge:
1. dalle Amministrazioni Pubbliche, che tengono conto delle imprese “stellate” nel momento in cui emanano un bando o concedono finanziamenti:
• conferendo preferenza in graduatoria,
• attribuendo un punteggio aggiuntivo,
• riservando una quota delle risorse finanziarie allocate;
2. dagli Istituti di Credito che tengono conto del rating:
• riducendo la tempistica e gli oneri relativi per le richieste di finanziamento,
• variando la determinazione delle condizioni economiche di erogazione, se ne riscontra rilevanza rispetto all’andamento del rapporto creditizio;
3. dal nuovo Codice degli Appalti, che inserisce il rating di Legalità come criterio premiale nella valutazione dell’offerta di gara:
• all’art. 93: nei contratti di servizi e forniture, l’importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30% per gli operatori economici in possesso del rating di Legalità;
• all’art. 95: le Amministrazioni aggiudicatrici indicano nel bando di gara i criteri premiali che intendono applicare alla valutazione dell’offerta, in relazione al maggior rating di Legalità dell’offerente;
• all’art. 213: il rating di Legalità concorre anche alla determinazione del rating di Impresa e l’ANAC collabora con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per la rilevazione di comportamenti aziendali meritevoli di valutazione al fine dell’attribuzione del “rating di Legalità” delle imprese.
In particolare, il rating si applica ai finanziamenti erogati dalle PA, ovvero alla concessione ad un’impresa di un beneficio ai sensi dell’articolo 7, comma 1, D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 123, attribuibile in forma di:
• credito d’imposta,
• bonus fiscale,
• concessione di garanzia,
• contributo in conto capitale,
• contributo in conto interessi,
• finanziamento agevolato.
Per quanto invece attiene agli Istituti di Credito, questi sono chiamati a tenere in particolare considerazione il richiedente cui è stato concesso il rating di Legalità in sede di valutazione di bancabilità. È previsto che se l’Istituto bancario decide di non accordare il finanziamento, dovrà inviare una comunicazione dettagliata alla Banca d’Italia, descrivendo con particolare attenzione le ragioni di tale decisione.
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